da “Storia della Chiesa Biellese” – Delmo Lebole
La pagina “Don Lebole massimo storico della Chiesa Biellese” dedica a Giorgio Cavallari
Le Pievi di Puliaco II - Gifflenga - Santhià - Ivrea - Naula
L’Oratorio di S. Antonino nel Castello
Si può dire che le sue origini sono collegate con quelle del Castello in cui si trova ed è l’unico oratorio ancora esistente a Massazza. Lo troviamo già nominato negli elenchi delle chiese vercellesi del 1298 con “capella castri masazie”, come pure in quelli del 1348 e del 1440. In origine era dedicato a S. Antonino, a cui dopo il 1607 si aggiunse anche S. Anna, titolare di un oratotio che si trovava nel paese e che andò distrutto in quel tempo.
Nella cit. Vis. Past. del l57l si scrisse: “Guido ferrerius miseratione divina tituli Sanctorum viti et modesti in macello martirum Sancte
Romane eccl.ie pbr cardinalis et ep.atus Vercellen. perpetuus administrator dilectis nobis in xpo D.nis Rodomonte et Jo. Jacobo fraribus f. d. Tiberij de advocatis masatie salutem in domino et nostrorum debitam observantiam mandatorum Noveritis quod nos in visitatione p.ti loci et suarum ecclesirlrum factà pefcepimus qllod vos bona et proprietates capellanie sive ecc.e sancti Antonii (sic) casffi masarie nullo canonico vobis sufiragante titulo possidetis et capellam ipsam pene relabentem et penitus destitutam relinquitis pro mllnere ergo nostti pastoralis officij tenore presentium vos et quemlibet vesrum requirimus et monemus quatenus prima die post festum sancti Andree proxime venturi Vercellis coram nobis vel R.do Vicario nostro leg. compareatis de juribus q. p.te cap.nie et quas habetis edocturi et bona existen. per situm et coherentias consignaturi, eaque relaxaturi et causam si quam habetis in contrarium quate ad restitutionem fructum p.torum bonorum per vos male perceptorum et per p.tum d. tiberiurr patrem vesmum dicturi et allegaturi…”.
E in quella del 1573 si aggiunge: “Visitavit pariter oratorium S.ti Antonini positum in Casmo Masazie constat utrico altati prope murum sine icone lapide sacro ornamentis et bradella confracta in medio et gradu supra Iateritio cum figuris in muro decentibus in fornice in quo non celebratur.
Dictum oratorium esr longit. b. 72 et latitudinis b. I sine tecto cum parietibus ut plurimum dirutis. Est in titulo beneficij cape1lanie… d. Rodomonti ex nobilibus Advocatis Masazie qui incedit in habitu seculari per omnia cum ense et pugione et dicit esse clrm onete dr-rarum missarum in hebdomada que non dicuntur a decennio citra. Illius redditus sunt scut. X in anno consistent. in bonis immobilibus sitis in dicto temitorio”.
MASSAZZA
Abside gotica dell’oratorio del Castello con archetti pensrili a sesto acuto (secoli XIV-XV)
Questo stato pietoso dell’oratorio fu pure riscontrato nel I576, tanto che il Vescovo ordinava: “S’ingrandischa per alzar un piede e segli
proveda duna croce di rame di dui candelieri almeno di legno dec. et si amplij la bredella alla misura. Si copri al buon tempo tanta parte del ora torio che le persone possano odir la messa al coperto et questo alle spese delli paroni e passato il mese d’agosto non vi si celebri se non sarà essequito questo nosffo ordine alla pena al Sacerdote della sospensione per un anno”.
Il conte Rodomonte rimediò sia per la sistemazione dell’oratorio che per il beneficio. Per l’oratorio curò la ricostruzione della parte cadente, ma non subito, perchè durante la Vis. Past. del 1606 fu ancora così trovato: “Visitavit Capellam S.ti Antonini Castri Massatie cuius titularis est pbr. Jo. Ant. Mazzarellos de… prepositus S.ti Georgij Dioec. Taurinensi… provisus ab Ill.mo Card.le Guidone redditus aureorum octo cum onere unius misse in hebdomada quam celebrat R.dus parochus Veroni in sua ecc.a par.li Veroni percipiens a D. Titulari florenos 18 annuos. Cogendum ut celebrare faciat in par.li Massazie donec fuerit reducta dicta Capella ad convenientem formam… Fictabilis bonorum est petrus redda. Capella est fornicata non pavimentata cum fenesua nimis humili. Altare est nudum absque bradella Jcone fenestra urceolorum et omnibus destitutum absque paramentis. Deest campana. Porta caret valvis, super illis deest Jmago S.ti Antonini. Desiderat vas aque sancte. Spatium apertum in muro ad cornu ep.le Altaris est muro obturandum et in ea non celebratur. Fenestre desiderant specularia e vitro. Ferenda candelabra lignea depicta ad sex menses et interea comparanda enea”.
In questo stesso anno il conte Rodomonte sistemò la cappella e nell’anno seguente fondò in essa un nuovo beneficio unendo al titolo di S. Antonino anche quello di S. Anna, titolare di un oratorio che a quel tempo sorgeva nel paese verso il Castello. Si legge nell’atto di fondazione di tale beneficio che Rodomonte Avogadro, signore di Massazza, “exposuit et hoc exponit sicuti ipse saluti anime sue consulens Ecclesiam sive Capellam sub titulo Sancti Antonini in Casro eiusdem loci que distructa et ruinata reperiebatur reedificari fecit et cum in d.’ loco massazie alia ecclesia sub titulo sancte Anne reperiatur que adhuc aliquo dottata non fuit, volensque ipse ill.is Dominus Rodomons pro maiori cultus divini augmento et saluti anime sue si ipse ecclesie invicem uniantur ac in simplex beneficium per unum rectorem et capellanum qui missas in eisdem ecclesijs vel altera ipsarum singulis diebus Dominicis et alijs diebus festivis in perpetuum celebrare vel celebrari facere teneatur…”.
A tal fine donò diversi terreni che formarono un beneficio, con riserva del diritto di patronato, il cui atto di fondazione porta la data del 9 marzo 1607. Unendo a questo beneficio anche il titolo della cappella di S. Anna l’Avogadro si liberava di un legato di quattro moggie di terreno, ad essa lasciate dal suo avo Giovanni Giacomo Avogadro.
MASSAZZA
Affreschi quattrocenteschi dell’antica abside dell’oratorio di
S. Antonino del Castello, attualmente quasi scorrparsi a causa dell’umidità
L’A.C.V.B. conserva gli atti di collazioni della cappellania a diversi rettoridei secc. XVII-XVIII. Nel 1619 l’oratorio non era ancora provvisto di paramenti e anche la cappellania non funzionava ancora regolarmente, poichè ne1la Vis. Past. di tale anno si legge: “Visitavit capellam S. Antonini in Casffo Masazie in qua aliquando celebratur et paramenta et aba necessaria afieruntur a parochiali”. Durante la Vis. Past. del 1668 fu trovato chiuso e il Vescovo ordinava: ” La Capella del Castello poichè non si è potuta visitare, nè haver notitia che quella sia in stato decente, si sospende sinchè o da Noi, o da alffi d’ordine nostro sia visitata”. E in quella del1676 si aggiungeva: “Nella Capella o sia Oratorio del Castello si devono fare le vitriate alle fenestre latterali”.
Durante la Vis. Past. del 1748 il Vescovo pernottò nel Castello e così fece annotare nella rclazione: “… visitata fuit Eccl.ia seu oratorium publicum, errectum sub titulo Ss.rum Antonini et Anne de iure patronatus; et ad comodum dicti Ill.mi D.ni Comitis de Advocatis eiusque familie Nobilis, cum hic degunt: Ad Altare majus, quod est unicum, errectum est Beneficium simplex sub titulo et iure patronatus predicti: cuius Titularis presentaneus est R. D. Stephanus Tua, adhuc clericus ab uccleppo Sup.ri: onera Benefficij sunt, ut asseritur misse seu quatuor, seu quinque hebdomadalib. et precipue singulis diebus festis: quibus satisfacit per R, D. Sacerdotem Hieronymum Tua. Ibi omnia sunt ad prescriptum, sacra supellex munda altare concinne ornatum, calix argenteus, ostensorium pro impertienda benedictione ad nutum D. Prepositis ex auricalco deaurato, reliqua in nihilum deficiant, omniaque fiunt impensis dicti D.ni Comitis”..
Nel secolo scorso l’oratorio venne allungato con la costruzione di una nuova navata e di un nuovo altate, riservando il vecchio oratorio come coro. Il 19 luglio 1841 il Vescovo di Biella permetteva che fosse bene detto.. Nei primi decenni di questo nosmo secolo gli Avogadro vendettero il castello, che passò nelle mani di diversi proprietari. La cappellania continuò ancora per qualche tempo e ultimo cappellano fu D. Leonardo Caucino, morto alcuni decenni fa. Un tempo le porte di quest’oratorio si aprivano per accogliere le processioni del Corpus Domini, del Rosario e delle Rogazioni.
Interessante è la costruzione muraria, che reca f impronta di tre successivi ampliamenti, confermando quanto attestano i documenti. L’abside è gotica e porta all’esterno una decorazione in cotto ad archetti a sesto acuto. E’ certamente la ricostruzione di un edificio sorto col castello nel periodo romanico. All’abside si innesta l’unica navata di carattere cinquesecentesco. A questa l’ampliamento del secolo scorso, che forma la cappella attuale . La facciata, pure del secolo scorso, portava in alto lo stemma degli Avogadro (rubato in questi ultimi anni). Degna di rilievo era anche la tela secentesca del secondo altare, oggi non più esistente.
L’ampliamento del secolo scorso rese quasi inservibile la parte vecchia dell’oratorio e l’antico altare, ma non li demolì. Nell’abside si possono così ammirare ancora resti di afireschi del sec. XV, di cui due rappresentanti S. Antonino martire e un Santo Vescovo, con mitra, pastorale e casula, in pessime condizioni di conservazione. Anche la mensa del vecchio altare, raro esempio di altare in muratura del ‘400 ancora esistente, porta afirescato sulla facciata un Cristo della stessa epoca.